02/03/14

il mea culpa sulla questione maschile

Ieri sui social è nata una polemica nei confronti dell'inviato delle Iene Enrico Lucci per aver molestato verbalmente la neo ministro Maria Elena Boschi. La denuncia avviene nel blog di Marina Terragni, blogger da sempre impegnata contro la questione maschile.
Enrico Lucci non è nuovo a tali performance. Mi è difficile ricordare un suo servizio senza battute di questo genere.

Ciò che scrive Marina, e insieme a lei tanti opinionisti sui social, è verissimo e la questione c'è tutta. Io per primo mi sono indignato.

Le battute sessiste sono all'ordine del giorno, e la questione non sembra più essere soltanto maschile ma anche femminile. Si pensi, per esempio, alla Littizzetto.

La questione maschile è una piaga italiana ma è anche una questione trasversale nella politica come nella società. Io per primo anni fa feci un intervento pubblico contro le ministre berlusconiane e non mi limitai solo al problema politico ma andai oltre, facendo intendere che quelle donne erano ministre per altri meriti.
Applaudirono. E in quella sala c'era gente solo di sinistra, o di centro sinistra. E almeno la metà erano donne.

Arrivati a questo punto molte e molti di voi si staranno chiedendo "ok, e quindi? Perché hai scritto tutte queste ovvietà?"
Perché io vi vorrei riportare indietro di tre anni quando a subire molestie molto più gravi era, che so, Mara Carfagna. In quanti ci siamo indignati? In quanti abbiamo riso delle battute in televisione che le sono state rivolte?
Ecco, ciò che vi vorrei dire è che la questione maschile va combattuta sempre e non solo quando la vittima, come in questo caso Maria Elena Boschi, fa parte del partito a cui apparteniamo.

Non ce ne siamo resi conto, o forse sì, ma noi per anni abbiamo fatto gli stronzi e le stronze nei confronti delle ministre berlusconiane. E anche se è passato un po' di tempo è il caso di chiedere almeno scusa.


(l'appello non è rivolto alla carissima Marina Terragni che da sempre lotta contro la questione maschile senza guardare il colore politico, ndr)