29/04/12

#Dirittamente. Ciò che non vi ho mai detto.



Riconoscere i propri limiti e provare e riprovare a superarli. Se l'intero genere umano avesse questa mentalità sicuramente saremo un mondo migliore.Anche io ho il mio più grande limite: parlare in pubblico. Lo so, avrei dovuto seguire il corso di Antonella Casula, purtroppo vivo a sessanta chilometri da Cagliari e mi era quasi impossibile seguire questo importante corso.
Scriverò qui l'intervento che avrei voluto fare a proposito di diritti. Perché l'argomento è delicatissimo e si inciampa facilmente. 



Buonasera a tutti.
E' stato un piacere aver condiviso questo ennesimo percorso politico e umano con Alessandra, Federico e Laura. Un percorso con qualche difficoltà superato con la fiducia e l'onestà. Un'organizzazione nata qualche settimana fa mentre si tornava dal congresso nazionale dei GD a Siena. 
Grazie a Paola Concia per aver accettato il nostro invito. 
Vorrei iniziare il mio intervento citando il più grande rivoluzionario di sempre, Gesù, che disse "ama il prossimo tuo come te stesso". Questa frase, semplice e complicata, deve diventare il comandamento di una società sana.
Una società che pian piano, o forse no, sta perdendo tutti i valori. Una società vittima delle etichette. Io sono eterosessuale e non mi sento migliore di un gay, anzi. Non mi sento nemmeno normale rispetto a loro. E non capisco in questa società dove sta la normalità e dove sta la diversità. Non capisco dove è il limite. Perché è normale essere innamorati, e l'amore non è diverso tra due soggetti di sesso diverso e due soggetti dello stesso sesso. La diversità qui sta nei diritti. Una coppia eterosessuale ha più diritti di una coppia omosessuale. E una coppia sposata ha più diritti di una coppia, anche eterosessuale, non sposata.
L'ennesima classe di cittadini di serie b. Come gli immigrati, come i figli di immigrati nati e cresciuti in Italia, che conoscono perfettamente la nostra lingua, che cantano l'inno di Italia e che hanno la propria vita in Italia. Sono di serie b rispetto anche al giocatore milionario che ha il trisavolo italiano.
Questa è l'Italia. Un Paese conservatore e poco laico che non apre le porte ai mutamenti della società.
E trovo difficile capire che a decidere i diritti degli omosessuali siano gli eterosessuali. Un italiano su dieci è omosessuale, sicuramente o ovviamente sono una minoranza, ma i loro diritti non vanno a discapito di nessun eterosessuale. Trovo inacettabile che una maggioranza decida i diritti (i non diritti) di una minoranza. Ho sentito troppi luoghi comuni. Ne cito qualcuno.
"A me non disturbano. L'importante è che non mi scoccino.." 
"Guarda che io ne conosco tanti di gay, però.. "
"Se adottassero un bambino diventerebbe come loro.. " 
L'ultimo pensiero, sentito spesso e volentieri, lo trovo alquanto ridicolo. Innanzi tutto ognuno deve vivere la propria sessualità come vuole, e non è una cosa negativa essere gay, lo dico dalla prima riga in poi. Inoltre tutti gli omosessuali sono figli di altri omosessuali? No. Uno su dieci è omosessuale, e questo non dipende dai genitori. Omosessuale si nasce. E solo un figlio di omosessuali su dieci diventerà omosessuale, gli altri nove saranno eterosessuali. Ciò che serve a un bambino è una famiglia, una famiglia piena di amore, che lo sappia educare e far sorridere. E tanto altro ancora che qualsiasi famiglia omosessuale è in grado di garantire.
Io voglio che il mio partito si faccia carico di questo problema. Il problema dei diritti delle persone. Nella Sardegna che Vogliamo noi giovani vogliamo pari diritti a tutti, nessuno escluso.
Grazie.  

Volevo dire solo questo. E mi dispiace, e mi scuso con tutti voi, perché non sono riuscito a farmi capire. Nel complesso è stata un'iniziativa fantastica che abbiamo integrato con la tecnologia. E anche fare un'iniziativa 2.0 ha bisogno di tanto lavoro. E preparare un discorso ha bisogno del suo tempo.
Mirko.